una storia personale
La Memoria dell’Anima
Una sera di tanti anni fa, passeggiavo con le mie amiche per le vie del centro, quando, arrivate in Piazza, sentimmo da lontano arrivare della musica. Era una musica completamente diversa da quella che avevo sentito fino ad allora. Erano gli anni ’90, mi piaceva la musica indie, adoravo i gruppi irlandesi che andavano all’epoca, come i Cranberries, anche gli U2, poi c’erano i cantanti e band come Tory Amos, i Garbage, i Cardigans (che erano svedesi), etc. Ma una musica così era speciale, mi ricordava le atmosfere dei film ambientati nel Medioevo, ma con quell’allegria tipica delle feste contadine che si fanno quando finisce l’epoca del raccolto o della vendemmia.
Era primavera, e complice il clima mite, l’atmosfera rilassata e la bellezza del centro storico, ci avvicinammo e fummo incantate da quella specie di bolla magica che le note avevano creato.
Io non sono mai stata una ballerina, anzi, mi ricordo che alle medie la professoressa di educazione fisica consigliò a mia madre di farmi andare a lezione al pomeriggio per imparare un minimo di coordinazione motoria. Aperta e chiusa parentesi: mi ci vollero sei mesi di lezioni pomeridiane per imparare a fare la verticale appoggiata al muro, quando tutti gli altri alunni avevano già appreso a fare il doppio salto mortale. Che ridere. E che vergogna. Con ciò capirai che pur andando a ballare il sabato sera come tutte le ragazze della mia età, non mi sono mai sentita a mio agio con i movimenti ed i ritmi della musica dance, e non mi sono mai nemmeno sentita coinvolta da quel tipo di musica.
Ebbene, quella sera accadde qualcosa di completamente diverso.
Appena sentii la band suonare pezzi che dopo scoprì chiamarsi “mazurca francese”, presi per mano le mie amiche ed andammo sotto il palco a ballare, cercando di copiare i passi che i ballerini di danze popolari stavano insegnando.
Fu un’esperienza meravigliosa, perché mi resi conto che quella musica mi metteva allegria, e soprattutto la sentivo familiare. Il mio corpo, sempre così scoordinato, quasi per definizione, si sapeva muovere con grazia e ritmo, non aveva bisogno di imparare i passi, ma solo di lasciarli fluire.
Solo alla fine la band suonò l’inno occitano e spiegò che cos’era l’Occitania, perché usavano strumenti come la ghironda, che era un tipico strumento musicale del medioevo, e perché ve ne erano tanti altri legati, nel mio immaginario, all’Irlanda ed alla Scozia, come le cornamuse per esempio.
Per la prima volta, vidi anche la Triskell, che è il simbolo che ho adottato nel mio logo, non sapevo nemmeno che fosse allo stesso tempo un potente Talismano. D’altronde, era il primo che vedevo.
Fu un’esperienza indimenticabile.
Più tardi capii che quella che avevo sentito e vissuto, era un’esperienza legata alla mia memoria cellulare.
La musica era musica celtica, così come si era evoluta nel tempo e diffusa in Europa. E l’Occitania era (in Francia) la Gallia meridionale, che condivideva ritmi, sensibilità e musicalità dell’intero mondo celtico.
Quindi, il sogno che avevo fatto (e che ho raccontato qui) e quest’esperienza sensoriale mi portarono a capire come dentro di noi esista una memoria più antica che ci dà forma e sostanza in un modo completamente unico. Che va oltre i nostri studi, le nostre credenze, i nostri gusti personali, e che ci connette ad una Saggezza ancestrale, che è solo nostra ed è unica per ognuno di noi.
Una sorta di filo rosso che è in grado di dare un senso a tante scelte che consciamente ed inconsciamente facciamo nella nostra vita, da quelle più banali come la scelta di un vestito, a quelle più importanti quali il nostro percorso di studi o la nostra etica.
Non avevo più bisogno di ulteriori conferme. A discapito di tutte le mie impostazioni e strutture mentali, che erano sempre state analitiche, razionali e scientifiche, la mia memoria cellulare, ancora una volta, mi stava ricordando quanto il mondo delle Rune e dei Celti fosse vivo e mi stesse aspettando. Insieme alla mia Missione di vita.
Sai quando senti dentro di te di avere un appuntamento con la vita? Ecco, quell’appuntamento mi era di nuovo venuto a cercare, e mi aveva trovato.
Ti ho raccontato questa storia (vera) perché sono sicura che anche tu hai sperimentato la stessa cosa.
Per esempio quando hai scelto di comprarti una camicia di stile orientale, o perché ti ha sempre affascinato il Giappone e non hai mai saputo perché.
Perché hai un talento innato nel disegno o in cucina, e nessuno te lo ha mai veramente insegnato.
O riesci ad imparare rapidamente una certa lingua, ma non le altre.
Sono tutte potenzialità che vivono dentro di te, e sono illuminate da quel qualcosa di impalpabile e sottile che è la tua Saggezza ancestrale.
Nulla di cui spaventarsi, perché ti appartiene e basta. Che tu ci creda o no.
Esattamente come è per l’intuizione. Che avviene, e basta. Che tu ci creda o no.